SUGAR TAX: TASSA DOLCE O SALATA?
“In Italia, oltre il 35% dei bambini e degli adolescenti di età compresa tra i 5 e i 19 anni è obeso o in sovrappeso: il dato peggiore in Europa”. È questa la sentenza di un recente rapporto dell’Unicef che, indagando le cause del problema, è risalita a un consumo quotidiano di zucchero eccessivo rispetto a quanto raccomandato dall’OMS. Basta infatti bere una sola lattina di soft drink per superare la dose consigliata.
Come disincentivare quindi l’assunzione delle bevande zuccherate?
Il governo ha pensato alla sugar tax, soprattutto a fronte delle esperienze dei Paesi in cui è già stata applicata: in Francia, Norvegia, Messico, Cile e Ungheria, per esempio, l’introduzione dell’imposta ha determinato un notevole calo dei consumi di soft drink, mentre in Gran Bretagna l’aumento della tassazione proporzionalmente alla / progressiva rispetto alla quantità di zuccheri aggiunti ha comportato una riduzione degli stessi nelle bibite da parte delle aziende produttrici. Nel nostro Paese, inoltre, la sugar tax il punto di partenza per un progetto più ampio, volto a promuovere l’educazione alimentare adottando misure che condannano il consumo generale di cibi ultra-processati, troppo ricchi di sale e grassi.
La sugar tax rappresenterebbe quindi una buona scelta strategica, ma non tutti sono dello stesso avviso.
Vediamola nel dettaglio.
La tassa sullo zucchero è un’imposta che il governo ha inserito nella bozza della Legge di Bilancio 2020 per promuovere l’educazione alimentare, la prevenzione e la lotta contro l’obesità, soprattutto per i più piccoli. Insieme a plastic tax e web tax, la tassa dovrebbe garantire allo Stato entrate per un valore complessivo di € 2 Mld.
La sugar tax prevede il pagamento di € 10 per ettolitro e di 25 centesimi per ogni chilogrammo di polvere impiegato per produrre bibite zuccherate.
A pagare l’imposta saranno i produttori e, a catena, i consumatori finali. La sugar tax colpirà tutte le bevande analcoliche zuccherate etichettate sotto la voce NC2009 (es. succhi di frutta, aranciate) e nella sottovoce NC2202 (es. birra analcolica, acque minerale e gassate contenenti zucchero o altri dolcificanti), mentre saranno esenti tutte le bibite destinate all’export e quelle il cui contenuto complessivo di edulcoranti è inferiore o uguale rispettivamente a 25 grammi per litro per i prodotti finiti e a 125 grammi per chilogrammo per i prodotti destinati a essere utilizzati previa diluizione.
Sai che il governo ha previsto anche la plastic tax nella nuova Legge di Bilancio? Scoprila qui.
